Marmellata di fichi e pinoli

1 kg di fichi già sbucciati (1,3 kg circa di fichi)
400 g di zucchero
70 g di pinoli
1 limone

Sbucciate i fichi, fateli a pezzetti e metteteli per circa un’ora a macerare in una casseruola insieme alla buccia di un limone e lo zucchero. Mettete a cuocere per circa 1 ora e 20 minuti a fuoco lento girando spesso con un mestolo di legno e controllando che non si formi la schiuma. Quasi a fine cottura togliete la buccia del limone e frullate con un mixer a immersione dando alla marmellata la consistenza desiderata. Tostate i pinoli in una padella antiaderente facendo attenzione a non bruciarli e aggiungeteli alla marmellata. Invasate come d’abitudine.

Da sempre i pinoli sono considerati un alimento altamente afrodisiaco ed allo stesso tempo in grado di aumentare la fertilità; pare che consumati insieme all’uva secca o allo zucchero aumentino le loro proprietà afrodisiache. Alcune sostanze contenute nei pinoli hanno proprietà antiossidanti con conseguenti effetti benefici sulla salute delle cellule ed in particolar modo della pelle.
Grazie alle loro proprietà i pinoli sono anche consigliati durante la fase della crescita.

Ho cucinato questa marmellata insieme a mia mamma lo scorso settembre e a casa sua non ci sono discussioni: il sottofondo è la televisione!

Dolci letture

Il Fico è da sempre l’emblema della vita, della forza e della conoscenza. Nell’antica Grecia, era l’albero sacro ad Atena e per Platone l'amico dei filosofi. Nell’antichità si praticava la sicomazia, un metodo di divinazione che si attuava attraverso le foglie di fico. Inoltre è simbolo di fecondità: secondo una leggenda induista il dio Vishnu è nato sotto ad un fico e sotto a un fico la lupa ha allattato Romolo e Remo, i fondatori di Roma. I due leggendari personaggi sono descritti da Tito Livio nel Libro I della sua Storia di Roma. La leggenda narra che i due gemelli nacquero da Marte e Rea Silvia dopo che il dio della guerra aveva posseduto con la forza la giovane. Essendo figli illegittimi, i gemelli vennero quindi strappati alla madre per essere uccisi, ma un servo pietoso li adagiò in una cesta che fu affidata alle acque del Tevere. Trasportata dallo straripamento del fiume, la cesta si fermò in una pozza sotto il fico ruminale, nel punto in cui la lupa sarebbe venuta ad allattarli. Per questo il fico fu collegato alla fondazione di Roma e considerato un albero fausto...noi lo abbiamo addolcito in marmellata ed arricchito con i pinoli, una vera delizia per la colazione di quei giorni che si preannunciano speciali.
Alessia