Marmellata di albicocche all’armagnac

1 kg di albicocche
200/250 g di zucchero (a seconda della maturazione della frutta)
100 ml di armagnac

Lavate bene le albicocche e toglietegli il nocciolo. Fatele a pezzetti e mettetele in una casseruola con lo zucchero. Fatele riposare tutta la notte in frigo o comunque almeno 8 ore. Fate cuocere per circa 1 ora e mezzo a fuoco lento girando spesso con un mestolo di legno e controllando che non faccia schiuma. A fine cottura aggiungete l’armagnac e fate evaporare l’alcool. A fine cottura frullate con un mixer a immersione dando alla marmellata la consistenza desiderata. Invasate come d’abitudine.

L’armagnac è un distillato di vino francese prodotto nella regione di Guascogna. È considerata la più vecchia acquavite di Francia e forse d’ Europa. Le prime tracce dell’ Armagnac risalgono al Medioevo quando veniva indicato come aygue ardente. I vini dai quali viene ricavato l’armagnac derivano soprattutto da quattro vitigni: l’ Ugni blanc (con tale nome è conosciuto in Francia il Trebbiano, introdotto in età basso-medievale), il Colombard, la Folle blanche (detto anche Picpoule) e il Baco blanc.
L’armagnac va degustato liscio a fine pasto; per esaltarne il profumo si può bere riscaldando preventivamente il bicchiere, tipicamente con il calore delle mani (i francesi utilizzano il termine perfetto “umanizè”).

Ho cucinato questa marmellata la scorsa estate e non ricordo cosa ho ascoltato. Se dovessi farla adesso metterei la Sinfonia n. 1 di Brahms.

Dolci letture

Renée, una portinaia di un elegante palazzo parigino che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente... Renée, una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese e ha chiamato il suo gatto Lev, in onore di Tolstoj. Sembra incredibile, ma le due Renée sono la stessa persona, solo che la Renée portinaia preferisce dissimulare l'erudizione della Renée autodidatta. Ad animare le pagine de "L'eleganza del riccio" di Muriel Burbery, Paloma, la dodicenne figlia di un Ministro della Repubblica. Paloma è molto intelligente, di un’intelligenza addirittura eccezionale. La sua famiglia, con la quale è in perenne lotta, assurge l’intelligenza a valore supremo, e, se scoprisse che la bambina è così dotata, non le darebbe tregua. Per questo anche lei non ama farsi notare. Due anime in incognito, di età e cultura diverse, separate da soli cinque piani di scale ma legate dal filo di un comune sentire. L'una scoprirà l'altra vincendo ritrosia e diffidenza grazie a monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée liberandola dal peso degli ultimi quindici anni della sua vita e apprezzandola e amandola come persona.
Alessia