Tartellette di crema ai lamponi e ribes

Ingredienti

250 g circa di pasta frolla
25 g farina
250 ml di latte
3 tuorli d’uovo
75 g di zucchero
1 baccello di vaniglia
lamponi e ribes
zucchero a velo per decorare

Preparazione

Stendete la pasta alta circa 4-5 mm con il matterello e, dopo averla tagliata con un coppa-pasta, usatela per foderare gli stampini da tartellette. Formate con la carta oleata dei dischetti in modo da foderare l’interno della tartelletta e riempitela di ceci secchi e cuocete in forno a 180°C per circa 6/7 minuti. Sfornate, eliminate i ceci, e rimettete in forno per altri 6 minuti o finchè la pasta non è leggermente dorata. Togliete dal forno e mettetele su una griglia a raffreddare.

Preparate la crema pasticcera mettendo sul fuoco una casseruola con il latte, quindi prendete il baccello di vaniglia, apritelo in due e aggiungete i semi e il baccello vuoto al latte. Portate a leggera ebollizione, togliete la casseruola dal fuoco e lasciate in infusione la vaniglia nel latte per altri 10 minuti circa. In una terrina a parte lavorate i tuorli con lo zucchero e la farina (che precedentemente avrete unito) con uno sbattitore elettrico finché non otterrete una crema spumosa e biancastra. Continuando a sbattere unite a filo il latte tiepido filtrato della vaniglia contenuto nella casseruola. Rimettete il composto ottenuto nella casseruola e portate ad ebollizione girando costantemente, per evitare che si attacchi, fino a che non otterrete la consistenza desiderata. La crema pasticcera può essere preparata prima e si conserva in frigo per 2-3 giorni.

Riempite le tartellette con la crema pasticciera e decorate con la frutta, infine spolverate con dello zucchero a velo al momento di servire.

Dolci letture

Se c'è un posto dove queste tartellette sono degne ospiti è sul tavolino della merenda della Signorina Felicita di Guido Gozzano. Autore relegato alle noiose antologie scolastiche, Gozzano, nei primi anni del '900, ci porta nel mondo delle buone maniere, delle famigerate "piccole cose di pessimo gusto". L'autore ci mostra piccoli quadretti di vita, dove, tra il serio e il faceto, celebra ironicamente la bellezza di Felicita e l'ambiente di campagna in cui le vicende si snodano... la "Vill'Amarena" dei "bei giorni d'un autunno addietro"... i ricordi e le banali azioni quotidiane. L'atmosfera serena dell'ambiente allontana temporaneamente il poeta dal mondo esterno e dalla malattia che lo affligge.
Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga...
Alessia