Lingue di gatto aromatizzate all’arancio con crema pasticcera

Ingredienti

100 g di farina
100 g di zucchero a velo
100 g di burro
un albume
2 cucchiai di succo d’arancio
la buccia grattugiata di un arancio

Per la crema
50 g farina
500 ml di latte
6 tuorli d’uovo
150 g di zucchero
1 baccello di vaniglia

Preparazione

Montate il burro ammorbidito con lo zucchero a velo, unite l’albume montato a neve, la farina, il succo e la scorza grattugiata dell’arancio.
L’impasto deve risultare morbido. Trasferitelo quindi in una sac a poche e fate tante piccole strisce su della carta forno. Cuocete a 175°C per 10 – 15 minuti.

Preparate la crema pasticcera. Mettete sul fuoco una casseruola con il latte, quindi prendete il baccello di vaniglia, apritelo in due ed aggiungete i semi e il baccello vuoto al latte. Portate a leggera ebollizione, quindi togliete la casseruola dal fuoco e lasciate in infusione la vaniglia nel latte per 10 minuti circa. In una terrina a parte lavorate i tuorli con lo zucchero e la farina (che precedentemente avrete unito) con uno sbattitore elettrico finché otterrete una crema spumosa e biancastra. Continuando a sbattere unite a filo il latte tiepido filtrato dalla vaniglia. Rimettete il composto ottenuto nella casseruola e portate ad ebollizione girando costantemente, per evitare che si attacchi, fino a che non otterrete la consistenza desiderata.

Servite calda con le lingue di gatto.

Dolci letture

"Colazione da Tiffany” è il romanzo breve di Truman Capote pubblicato nel 1958 (su cui si basa l’omonimo famoso film del 1961).
Holly Golightly (interpretata nel film dalla bellissima Audrey Hepburn) è irrequieta, alla ricerca del suo posto nel mondo. Per questo la targa dell’appartamento, che provvisoriamente occupa a New York, recita: “Signorina Holiday Golightly, in transito.”
Una creatura affascinante, dirompente, ingenua e sfuggente, accompagnata da un coro di voci che caratterizzano personalità ed episodi differenti. Ingenuità, freschezza, follia, amicizia, denaro, compromessi, scelte e casualità sono gli ingredienti di questo spaccato newyorkese.
Holly è alla ricerca del suo posto nel mondo, un posto come la gioielleria Tiffany, dove si sentite protetta e al sicuro, dove far cessare le sue "paturnie". Nel frattempo, però, vive una vita altamente sregolata, fatta di mondanità, eccessi ed espedienti: uno tra tanti è quello di accompagnarsi a dei ricchi uomini facoltosi di cui non è assolutamente innamorata. Unica compagnia fissa è quella di un gatto rosso senza nome.
New York fa da sfondo e da co-protagonista, rimanendo impressa nella memoria di numerosi lettori che ancora oggi si recano da Tiffany con caffè e brioche per fare una foto davanti alla sua vetrina, come accade nella scena d’apertura del film, ma ricordate che "i brillanti prima dei quaranta fanno cafona", parola di Holly.
Film e romanzo, pur appartenendo alla cultura americana ed essendone specchi, sono molto diversi: la stessa Holly è infatti trattata in maniera diversa nel passaggio tra i due, e questo fu motivo di risentimento per Capote, che aveva sempre identificato la sua creatura con Marilyn Monroe e non con la Hepburn che non amava nei ruoli ironici e, soprattutto, nel ruolo di Holly.
Anche il gatto fa una fine diversa nella versione cinematografica, con un lieto fine più accessibile al grande pubblico, che vede Holly ritrovare il gatto e l'amore di Paul. Nel libro, invece, il protagonista e Holly si sentiranno solo grazie a lettera qualche mese dopo e sarà Paul a ritrovare il gatto, adottato da una famiglia...e questo lo fa sperare che anche Holly abbia trovato il suo posto nel mondo.
Roberta