Marmellata di cocomero

Ingredienti

1 kg di cocomero
230 g di zucchero per chilo di frutta già mondata
1/2 limone
1 lime

Preparazione

Spezzate il cocomero e fatelo a pezzetti piccoli avendo l’accortezza di togliere i semini neri. Togliete solo la buccia verde e utilizzate anche il bianco, quello che di solito non si mangia. Assaggiatene un pezzettino per controllare la maturazione ed, eventualmente togliere o aggiungere 50 g di zucchero. Mettete il cocomero, lo zucchero, la buccia grattugiata e il succo del lime e del limone in un recipiente e mettete in frigo per almeno 12 ore. Conservate i semi del limone e metteteli in un piccolo contenitore con poca acqua, il giorno dopo togliete l’acqua, se riuscite, anche i semi e aggiungete al cocomero macerato la gelatina che si sarà formata sul fondo: quella è pectina che serve ad addensare un frutto così acquoso. Mettete a cuocere a fuoco lento per circa un’ora mescolando di tanto in tanto. Fate raffreddare e riponete in frigo per almeno altre 12 ore, trascorse le quali rimettete sul fuoco per mezz’ora, passate il mixer a immersione e fate la “prova piattino”. Mettete un piattino da caffè nel congelatore per 10 minuti, toglietelo, metteteci un cucchiaino di marmellata e inclinatelo. Se la marmellata non ricade nella casseruola vuol dire che è gelificata a dovere e quindi pronta per essere invasata, altrimenti fate cuocere per un altro po’.

Dolci letture

Il gusto dolce del cocomero ci porta all'atmostera di Bahia, terra brasiliana, patria della coltivazione della canna da zucchero. Colonna sonora: Samba, ritmo dal gusto gioioso e quasi sfacciato, come quello del cocomero al primo assaggio. Ma la vita ha momenti aspri e il lime, l'altro ingrediente della marmellata, ci aspetta appoggiato alla porta, tanto sa che di li passeremo... come per Dona Flor la protagonista di "Dona Flor e i suoi due mariti" di Jorge Amado. Il romanzo è pieno di binomi dolci-aspri, di contrasti tra la vita e la morte, fra la dolce pacatezza della routine e il frizzante brio dell'inatteso. Dona Flor diventa la vedova di Vadihno, un dissennato e scialacquatore che, durante il carnevale, muore improvvisamente. La vediamo vegliare la salma del marito mentre il carnevale passa sotto le sue finestre. Lei non resiste e interrompe la veglia per affacciarsi alla finestra e accennare dei passi di samba. La vita di Dona Flor prende un andamento pacato e ordinato velata dalla nostalgia struggente per gli amplessi del marito che il nuovo pretendente, un farmacista pacato e religioso, non riesce a eguagliare. L'incontro inaspettato con il lime, che stempera, ma nello stesso tempo esalta il gusto dolce del cocomero, è paragonabile all'incontro di Dona Flor con il fantasma di Vadinho che è venuto a vivacizzare il troppo rassicurante e monotono rapporto con il nuovo marito. La marmellata, così come la vita, è il contrasto tra la vivacità del cocomero e l'aspro dell'agrume e l'uno non potrebbe esistere, nè potrebbe esaltarsi senza il gusto dell'altro.
Silvia