Pappa al pomodoro

Ingredienti

  • 1,5 kg di pomodori grinzosi maturi o pomodori rossi
  • 500 g di pane raffermo toscano (quello senza sale)
  • olio extra vergine di oliva
  • 4 spicchi d’aglio
  • origano
  • peperoncino
  • sale
  • brodo vegetale
  • qualche foglia di basilico fresco

Preparazione

Affettate il pane raffermo di almeno tre giorni (in alternativa potete metterlo una buona mezz’ora in forno, ma il risultato non è lo stesso) a fettine sottilissime, di circa un millimetro di spessore, e mettetelo da parte. Lavate, sbucciate i pomodori (se avete preso quelli fiorentini immergeteli per qualche minuto nell’acqua bollente in modo da togliere meglio la buccia) e tagliateli a tocchetti. Sbucciate l’aglio e fatelo rosolare in un tegame con abbondante olio extravergine di oliva. Quando questo sarà imbiondito togliete il tegame dal fuoco e l’aglio dall’olio. Aggiungete i pomodori a tocchetti e rimettete tutto sul fuoco vivo. Mescolate bene e unite peperoncino, origano, sale e fate cuocere per circa 15 minuti aggiungendo, all’occorrenza, del brodo vegetale. A questo punto incorporate il pane poco per volta mescolando con un mestolo e continuando la cottura; aggiungete anche il brodo, ma poco per volta, perchè la pappa al pomodoro si basa sull’equilibrio. Quando avrete ottenuto una consistenza piuttosto cremosa aggiustate di sale, peperoncino ed, eventualmente, aggiungete un cucchiaino di zucchero qualora il pomodoro risultasse un po’ acido al palato. Spezzettate le foglie del basilico e aggiungetele dando un’ultima mescolata a fuoco spento. Servite calda o tiepida a seconda della stagione, ma non dimenticatevi di aggiungere un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una fogliolina di basilico a decorazione.

Dolci letture

Chi non si ricorda di Giannino Stoppani, soprannominato dai genitori "Gian Burrasca", e del suo celeberrimo diario a cui dava il volto una giovanissima Rita Pavone in uno sceneggiato andato in onda sulla RAI in bianco e nero degli anni'60? In questo diario si condensano tutti i miti e gli spauracchi dell'infanzia dell'inizio del secolo scorso, dal collegio, ai personaggi grotteschi, come il famigerato zio Venanzio o la signora Geltrude, dai vestiti alla "marinaretta" ai buoni propositi perennementi infranti dalla cattiva sorte, dalle marachelle ai castighi, fino alla celeberrima rivoluzione della Pappa col Pomodoro. Rileggendo questo diario ritroveremo un mondo semplice, dove le marachelle erano punite giustamente e non giustificate, dove i sentimenti erano buoni e dove i "cattivi" erano sempliciotti mariuoli di campagna.
Alessia