Fusilli bucati al pesto di cavolo nero

Questo pesto, di cui mi sono innamorata lo scorso anno, è un classico della cucina toscana e, nonostante il cavolo nero sia un po’ il simbolo della ruvidità dell’inverno, risulta invece essere un condimento delicato e gustoso.

Ingredienti

300 g di cavolo nero a coste (già pulito)
50 g di pinoli
40 g di mandorle
50 g di pecorino stagionato
50 g di parmigiano
150 ml di olio extra vergine di oliva
la scorza grattugiata di mezzo limone
sale
pepe

Preparazione

Lavate il cavolo nero in abbondante acqua fredda e sfogliatelo della costa centrale. Sbollentatelo per circa 10 minuti in acqua e poco sale. Togliete il cavolo nero con una schiumarola e strizzatelo (nell’acqua di cottura del cavolo ci cuocerete la pasta). Mettete tutti gli ingredienti in un mixer e frullate bene finchè non otterrete una crema omogenea. Aggiustate di sale e di pepe. Cuocete la pasta nell’acqua di cottura del cavolo, scolate e condite con il pesto. Abbiate l’accortezza di tenere da parte un bicchiere d’acqua di cottura con cui eventualmente sciogliere il pesto nel caso la pasta fosse troppo asciutta.

Servite con un filo di olio extra vergine di oliva e decorate il piatto con semi di sesamo tostati.
Il pesto si conserva benissimo in frigo per circa una settimana oppure in congelatore.

Dolci letture

Condimento sbrigativo il pesto di cavolo nero, toscano che più toscano non si può... è rude il cavolo nero, per resistere al freddo e ai rigori dell'inverno non potrebbe essere altrimenti... e per resistere all'asilo senile che popola il BarLume di Pineta, come dovrebbe essere Massimo, il rustico proprietario, matematico mancato con il pallino dell'investigazione, protagonista de "Il gioco delle tre carte" di Marco Malvaldi? Massimo è un barista svogliato dall'intuito acutissimo, che inciampa nei casi suo malgrado, così com'è inciampato nei "vecchiacci" che popolano il suo bar: Ampelio il nonno, Aldo l’intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, il Del Tacca del Comune e Pilade. In questo libro, durante un congresso, viene ucciso un professore giapponese. La chiave sta in un computer che è l'unica traccia da seguire. La storia è tutta legata da dialoghi sagacissimi, ironie e cattiverie tipiche della provincia toscana, slow per vocazione e pettegola per diletto.
Alessia